Abbondare è meglio che deficere, dicevano i latini. Ma quando si tratta di gioielli per le nozze, meglio affidarsi all’insegnamento di Coco Chanel:
“La vera eleganza non si deve vedere”!
Per il giorno del matrimonio la studiata semplicità è quasi obbligatoria: per illuminare il volto, La Sposa deve splendere, con estrema naturalezza e semplicità, di una delicatissima “luce propria” evitando di adornarsi inutilmente … Infatti, il “bon ton” sconsiglia di indossare gioielli vistosi, ma di preferire un gioiello discreto, elegante, che illumini ed incornici il viso , in sintonia con l’abito scelto… Perfetti un paio di orecchini con diamanti o un sottile girocollo di perle o di platino; ancora meglio se si tratta di un gioiello di famiglia, tramandato da generazioni… prezioso non solo per il valore, ma soprattutto affettivo … Valutate sempre le caratteristiche del vostro matrimonio e selezionate fra i pezzi che più vi piacciono esclusivamente quelli che rispecchiano l’atmosfera e il look che volete creare.
Lo stile del vostro matrimonio vi aiuterà sensibilmente a restringere il campo di scelta, se vi sposerete di giorno o nel tardo pomeriggio? Sarà un grande evento o una cerimonia riservata a pochi intimi?
E’ “proibito” alla sposa indossare altri gioielli o monili di ogni sorta; pertanto, è bandito il braccialetto del Battesimo così come l’orologio della Prima comunione. Ugualmente da evitare l’orologio della maturità o della Laurea o, comunque, qualsiasi altro gioiello cui la sposa sia legata perché, magari, a lei donato in occasione importanti e significative della sua recentissima vita da nubile.
La sposa non dovrà mai indossare anelli durante la cerimonia, con una sola ed unica eccezione, data dalla possibilità di fregiare il proprio anulare con un antico anello di famiglia di cui potrebbe farle dono la futura suocera, qualche giorno prima della data fissata per le nozze, proprio perché la sposa possa indossarlo durante la cerimonia. Si tratterebbe infatti, in questo caso, di rispettare un’antica tradizione del passato che aveva lo scopo di segnalare a tutti, in modo evidente ed inconfutabile, che la giovane sposa, in virtù di questo dono, entrava “di diritto”a far parte del patrimonio della famiglia acquisita al fine, però di garantire, la perpetuazione della discendenza.
Al giorno d’oggi, si è ormai persa questa tradizione e sono ormai quasi del tutto scomparsi i gioielli di famiglia, ma il fidanzato dona alla sua amata un gioiello che, sebbene non rappresenti nella maggior parte dei casi il prezioso ed antico monile tramandato di generazione in generazione è comunque un gioiello importante, non solo dal punto di vista economico ma soprattutto simbolico ed è il tanto atteso (dalla fidanzata!) anello di fidanzamento, per il quale è importante sapere la simbologia della pietra per esso scelta:
– Il Rubino: simbolo di devozione e rispetto;
– Lo Smeraldo: simbolo di speranza;
– Lo Zaffiro: che equivale ad imperituro amore;
– Il Brillante: emblema di un vincolo di amore eterno.
Per quanto possa essere unico e meraviglioso, il vostro anello di fidanzamento andrà indossato SOLO dopo la cerimonia e all’anulare destro, prima mani e polsi vanno lasciati completamente liberi per dare maggiore risalto alla fede nuziale!
La sposa non deve eccedere, per la cerimonia religiosa o civile, nello sfoggio di troppi gioielli, il gioiello per eccellenza quel giorno è la fede e si rischierebbe di “oscurarla”!!
Ma per il ricevimento di nozze, può esibire anche altri gioielli come per esempio un collier, un bracciale o dei pendenti purchè siano in sintonia con l’eleganza e lo stile del grande giorno.
Insomma, pochi ma buoni e con qualche attenzione per le (poche) norme di galateo rimaste:
Regola 1: assolutamente VIETATO l’orologio!!! La Sposa non lo indossa mai, quel giorno il tempo è tutto suo!!!!
Regola 2: non tutto insieme. La tradizionale parure composta da bracciale, collier e orecchini coordinati, per quanto preziosa o di famiglia, non è adatta per un matrimonio religioso: limitatevi a scegliere uno dei tre pezzi, o al massimo due se l’abito è DAVVERO molto semplice.
Regola 3: pendenti ma non troppo. Anche con un’acconciatura raccolta che lascia scoperte le orecchie, i pendenti troppo lunghi sono da evitare: molto meglio il classico punto luce o al massimo una monachella.
Regola 4: perle o non perle? La tradizione popolare le sconsiglia perché “portatrici di lacrime”. Ma se non siete superstiziose, nulla vi vieta di indossarle al collo o alle orecchie: il classico girocollo di perle è da sempre un must di sobria eleganza. Gioielli più importanti, come il collare a tre o più fili, la treccia o la collana graduata, sono invece riservati ai matrimoni di rango. Il filo di perle è ancora il gioiello classico della sposa, simbolo di eleganza e di stile, specie da quando Jacqueline Bouvier lo indossò nel giorno del suo matrimonio con John F. Kennedy, ed è tra i pochi gioielli permessi il giorno delle nozze, che si è sempre portato nonostante la credenza che le perle portino lacrime, forse con ragione, ma di gioia.
Ma le Perle meritano una parentesi a parte con qualche curiosità… Un po’ di storia
Le gemme della sposa sono sempre stati i diamanti e le perle. Le perle, soprattutto, costituivano, specie a Venezia, l’ornamento più ambito dalle spose (Ecco da dove “lacrime di gioia”) che si ornavano il capo (con “drezze”, coroncine intrecciate di perle) e la scollatura (con lunghissimi “vezzi” a più giri), con un’ostentazione tanto sfrenata da preoccupare il Senato. Tanto che nel XV e nel XVI secolo, si decretarono addirittura leggi per contenere il lusso sfrenato che le riguardava e si stabilì fosse concesso un solo vezzo dal giorno del matrimonio fino allo scadere del primo anno di nozze. Nel Settecento una delle cerimonie del matrimonio riguardava “l’esibizione delle perle”: qualche giorno prima delle nozze la madre dello sposo, o la parente più stretta, presentava alla sposa il vezzo di perle che lei avrebbe dovuto portare per un anno intero. Chi non poteva permettersi di comperare questo “indispensabile” ornamento, lo affittava per un anno, anche se il nolo era carissimo (ecco da dove “lacrime di dolore”) in modo che per le nozze l’onore della famiglia fosse salvo!!!!
Pettinatura, abito e trucco aiutano a scegliere i gioielli …. E secondo il galateo:
– Abito scollato. Potete indossare orecchini leggermente pendenti senza collana oppure scegliere una collana di lunghezza media con un pendente, abbinando orecchini molto semplici e minimali, come i punti luce con diamante.
– Abito con uno scollo appena accennato. Scegliete un girocollo in oro bianco o rosa oppure il classico filo di perle, magari con una chiusura gioiello.
– Abito accollato o décolleté ornato con motivi vistosi (pizzi, ricami, ecc. ). In questo caso lasciate il collo nudo e puntate su orecchini preziosi come boule in oro e diamanti o punti luce.
– Abito decorato con pietre o perle. Bando a qualsiasi altro luccichio. Non indossate alcun gioiello e lasciate il posto d’onore all’abito.
– Abito colorato, pregiato, magari firmato, ma non ottocentesco, potrete osare di più con la gioielleria. Fermo restando il consiglio di non eccedere, potrete portare una collana un po’ più appariscente, magari in tono con la tipologia del vestito. Se la vostra acconciatura è semplice e magari avete i capelli lunghi lasciati sulle spalle, degli orecchini leggermente più vistosi non daranno nell’occhio.
– Capelli lunghi. Se volete indossare gli orecchini con la chioma sciolta, sappiate che verranno nascosti dai capelli. Puntate comunque sulla luminosità piuttosto che sulla lunghezza dell’orecchino.
Nessun bijoux. Gioielli piccoli, discreti e severamente in oro e pietre preziose originali!!!
Per i capelli, L’uso del diadema è consentito solo se si tratta di un antico gioiello di famiglia. Sia che decidiate di indossiate o no un velo, gli strass o le perline applicati alle forcine per i capelli sono un modo alternativo per personalizzare il vostro look. I fermagli o gli spilloni invece sono perfetti per le spose moderne.
I Gioielli per Lo Sposo… Pochi ma buoni!!!!
Sì all’orologio da polso, nei modelli più classici, dev’essere molto elegante, in metallo, preferibilmente non in oro. Molto raffinati anche i cinturini in pelle che esaltano il pregio del quadrante, qualora sia di particolare valore.
Simpatica anche la soluzione dell’orologio da taschino soprattutto se si tratta di un gioiello di famiglia. Se ben portato, infatti, dona un tocco di eleganza retrò, ma l’abbigliamento deve esserne all’altezza, molto raffinato nel caso del tight o un abito spiritoso, ma sempre elegante. Assolutamente si ai gemelli da polso basta che siano discreti… nonché ad un sobrio fermacravatta (meglio se in oro bianco o con classica perla), ma lo consiglio se l’abito è il tight, altrimenti meglio puntare su di una bella ed elegante cravatta, magari che si intoni con i colori del matrimonio!
Sono inoltre banditi tutti gli altri tipi di gioielli compresi gli orecchini, i braccialetti, le collane e tutti i tipi di anelli ritenuti veramente “out”, a meno che, nei matrimoni che contano, non si tratti di un anello con lo stemma che identifichi un’appartenenza a un nobile casato: in quel caso … “noblesse obblige”.
Curiosità…. Si è ormai consolidata una piacevole usanza che vuole che i futuri sposi si scambino, prima delle nozze, un dono che simboleggi il proprio pegno d’amore. Perciò un’idea carina potrebbe proprio essere quella di fare dono al proprio promesso, di almeno uno dei gioielli “ammessi”…
Ma il gioiello per eccellenza per Sposo e Sposa il giorno delle Nozze è senza dubbio la Fede…
Ma ho già parlato su come scegliere quelle più adatte a Voi, (http://www.melaniamillesi.it/?p=836) qui vorrei raccontarvi un po’ di storia….
Già i matrimoni dei Romani (…e si crede anche degli egizi ancor prima) culminavano con lo scambio dell’anello, che per la sua struttura circolare rappresentava la perfezione e l’eternità dell’amore, senza inizio e senza fine, proprio come un cerchio. Antica è anche l’usanza di indossare la fede all’anulare sinistro, poiché si credeva ospitasse la vena amoris, congiunta direttamente al cuore. La forza di questi simboli li ha fatti giungere immutati fino ai nostri giorni, rendendo breve la vita di altre usanze, come quella medievale di donare alla sposa una cintura, emblema di castità, o quella del ‘600 di indossare la fede matrimoniale al pollice. Il galateo odierno prescrive che sia lo sposo o la sua famiglia a donare le fedi nuziali.
Nei paesi del nord Europa, invece, la vera si porta sulla mano destra. Nel medioevo le giovani spose avevano l’abitudine di annodare alla fede nuziale un filo dei propri capelli e uno del futuro sposo allo scopo di garantirsi amore eterno e fedeltà.
“Tutti pongono l’essenza del contratto di matrimonio in un piccolo pezzo d’oro che chiamano thali, che lo sposo attacca al collo della sposa e quest’usanza corrisponde a quella dell’anello in Europa”. Questo scriveva nella seconda metà del ‘600 l’eclettico avventuriero veneziano Nicolò Manucci nella sua “Storia do Mogol”, evidenziando quanto l’usanza indiana di donare un gioiello d’oro a suggello del matrimonio era una tradizione già ben radicata. In Tamil Nadu, nell’India meridionale, gli elaborati thali erano, e sono, infatti, i monili matrimoniali per eccellenza che indicano lo status coniugale.
Al Settecento, invece, risale la consuetudine di incidere all’interno della vera il nome degli sposi e la data del matrimonio.
Ma fin dai tempi dell’antica Grecia l’anello costituisce anche il dono che corona il fidanzamento, mentre è nel Rinascimento che il diamante, simbolo di incorruttibilità, si impone come la gemma del pegno d’amore e l’anello di fidanzamento diventa più prezioso della fede. Anche oggi il galateo suggerisce il diamante nonostante molte celebri eccezioni, come l’anello con rubino regalato dal re Vittorio Emanuele III alla futura regina Elena o l’anello con zaffiro donato da Carlo a Lady Diana.
Solo una regola è rimasta rigidamente immutata, ed è quella che impone di indossare anelli all’anulare sinistro solo quando indicano un legame sentimentale; se si è sposati il primo anello deve essere la fede e, a seguire, l’anello di fidanzamento; quest’ultimo può essere spostato sulla mano destra solo se la sinistra è occupata dalla fede.
Vorrei infine dire che Il valore di un gioiello non dipende solo dalle pietre e dal metallo con cui è composto: dipende dalla maestria artistica di cui è espressione e, soprattutto, dal significato che gli si attribuisce. Più di ogni altra cosa, il gioiello viene usato come simbolo di sentimenti, di promesse, di momenti magici della vita di cui si vuole fissare il ricordo. La scelta, quindi, non può essere casuale o superficiale, ma va fatta con amore, creatività e competenza: tre fattori essenziali del “galateo” della vita.
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Melania Millesi WP